Metà 2041

Gli asiatici occidentali si compattano in associazione e rispondono con forza alle accuse mosse contro i propri paesi di origine, negando la veridicità sia del tentativo di controllo della mente tramite l’utilizzo di un fantomatico chip, sia il sopruso su quello che rinominarono in modo sprezzante come il popolo del quarto Reich, sostenendo che i loro paesi si erano limitati a difendersi dall’attacco della Russia. Chiesero poi, oltre che al ripristino dei diritti negati loro negli ultimi anni, una propria indipendenza che andava al di là di una semplice cauzione per i torti subiti, e che sconfinava piuttosto nella richiesta di veri e propri privilegi razziali. Il culmine si raggiunse nella richiesta di una serie di norme che avrebbero dovuto dare forma ad uno stato autonomo inserito nella Federazione Occidentale, privo di confini, fondato dalle persone stesse che ne facevano parte. Una sorta di distaccamento asiatico con la propria autority a cui i governi avrebbero dovuto riferirsi per qualsiasi cosa riguardasse uno dei propri membri. L’alternativa a quella proposta era il rimpatrio di tutti quelli che ne avrebbero fatto richiesta, minacciando in caso contrario il boicottaggio di tutto ciò che proveniva da mani occidentali e la creazione di un’economia sommersa che avrebbe dato ugualmente il via al progetto di indipendenza degli asiatici. Impossibilitati ad esaudire tali richieste, comincia un dialogo fra Occidente ed Oriente che portò ad un momentaneo disgelo diplomatico fra le due fazioni.

(La minaccia fu liquidata con un’incauta battuta che riecheggiò per molto tempo nei ghetti asiatici “Parlate di dare vita ad un’economia sommersa, e cosa cambierebbe rispetto al presente?”, ciò non toglie che la situazione focalizzò molto l’attenzione dei burocrati occidentali che videro l’opportunità di riaprire le frontiere del FEAC)

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