2071 PE

Nelle baraccopoli dei porti d’imbarco per le città-grattacielo nasce la prima casa-famiglia, la cui diffusione contribuì attivamente all’esilio dalle città degli estremisti religiosi. La novità non consisteva tanto nell’organizzazione in sé, ma al ruolo istituzionale che le venne riconosciuto, divenendo in pochi anni un passaggio obbligato per chi voleva trasferirsi celermente nelle nuove città. Le casa-famiglia divennero un filtro efficace soprattutto per l’identificazione dei religiosi, rigorosi nei propri riti, e perciò facilmente riconoscibili in un contesto di poche decine di persone, rendendo molto difficili la loro infiltrazione nelle città-grattacielo.

(E’ di questo periodo l’adozione di un codice personale iscritto nel biochip e l’abolizione definitiva del cognome, essenziale per uniformare la popolazione, soprattutto in vista di un trasferimento di massa nelle nuove città, una rinuncia che allontanava maggiormente gli estremisti dal compiere questa scelta, legati all’identificazione chiara della famiglia di appartenenza su cui si fondava la loro etica,  in virtù anche del rito di espiazione)

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